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Clampitt, Amy: Superficie marina, nuvole basse (Marine Surface, Low Overcast in Italian)

Portre of Clampitt, Amy

Marine Surface, Low Overcast (English)

Out of churned aureoles
this buttermilk, this
herringbone of albatross,
floss of mercury,
deshabille of spun
aluminum, furred with a veloute
of looking-glass,

a stuff so single
it might almost be lifted,
folded over, crawled underneath
or slid between, as nakedness-
caressing sheets, or donned
and worn, the train-borne
trapping of an unrepeatable
occasion,

this wind-silver
rumpling as of oatfields,
a suede of meadow,
a nub, a nap, a mane of lustre
lithe as the slide
of muscle in its
sheath of skin,

laminae of living tissue,
mysteries of flex,
affinities of texture,
subtleties of touch, of pressure
and release, the suppleness
of long and intimate
association,

new synchronies of fingertip,
of breath, of sequence,
entities that still can rouse,
can stir or solder,
whip to a froth, or force
to march in strictly
hierarchical formation

down galleries of sheen, of flux,
cathedral domes that seem to hover
overturned and shaken like a basin
to the noise of voices,
from a rustle to the jostle
of such rush-hour
conglomerations

no loom, no spinneret, no forge, no factor,
no process whatsoever, patent
applied or not applied for,
no five-year formula, no fabric
for which pure imagining,
except thus prompted,
can invent the equal.



Uploaded byP. T.
Source of the quotationhttp://www.ronnowpoetry.com

Superficie marina, nuvole basse (Italian)

Dalle aureole sbattute
questo latticello, questo
spinato di albatri,
filo di mercurio,
déshabille d’alluminio filato,
foderato d’un velouté
di specchio,

una stoffa così singola
si potrebbe quasi sollevarla,
ripiegarla, le si può strisciare sotto,
o ci si può infilare in mezzo, come in lenzuola
che accarezzano nudità, o indossarla
e portarla, la rete di tulle
a strascico d’una irripetibile
occasione,

questo argento a folate
sgualcito come un campo d’avena
uno scamosciato di prato
un pile, un pelo, una criniera di lustro
liscia come lo scivolare
d’un muscolo nella sua
guaina di pelle,

lamine di tessuto vivente,
misteri della flessuosità,
affinità di trama,
sottigliezze del tocco, della pressione
e del rilascio, la scioltezza
d’una lunga e intima
associazione,

nuove sincronie di punta del dito,
di fiato, di sequenza,
entità che possono ancora destare,
ancora turbare o saldare,
montare a neve o forzare
a marciare in una rigorosa
formazione gerarchica,

giù per gallerie di lucentezza, di flusso,
cattedrali che sembrano librarsi in aria,
capovolte e scosse come una bacinella
al rumore di voci,
dagli sfioramenti alle collisioni
di tali conglomerati
dell’ora di punta,

nessun telaio, nessuna filieria, nessuna forgia, nessun fattore
nessun tipo di lavorazione, brevetto
depositato o non depositato,
nessuna formula quinquennale, nessuna stoffa
per cui l’immaginazione pura
se non così spinta,
può inventare l’uguale.



Uploaded byP. T.
Source of the quotationhttp://www.toddportnowitz.com

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