Weöres Sándor: Mio ramo fragile, mia dolcezza* (Gyönge ágam, édes párom* in Italian)
Gyönge ágam, édes párom* (Hungarian)Gyönge ágam, édes párom,
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Mio ramo fragile, mia dolcezza* (Italian)Mio ramo fragile, mia dolcezza, io ti consideravo ormai mia – ti allontani come sogno lieve - perché ti avevo fatto del male? Miei giorni, melanconia invernale, ogni notte mia è nuova morte. Solamente la stufa fredda ruglia: cosa fa ora la mia dolcezza?
Tuo cuore credevo un lumino – che per un nonnulla gioisce, solo ora, nell’oscurità lo sento, mi circondava bosco di fiamme. Tremo, non v’è un alito tiepido, tutto desolante, spoglio, morto. Ora che il tuo amore sta scemando, ora lo so, perché valeva tanto.
Tu, anima dolce, mortificata, per fortuna non sei la mia bambina, forse, se ti prendessi a botte a te farebbe male ma pure a me. Per come a volte son meschino. è meglio che non sei il mio gatto. Potrei saltare anche nel pozzo, affogandomi nel me stesso.
Quando vivrò nel corpo d’un pioppo, ti cospargerò con la tremula fronda, ti seguirò, quando sarò ombra, ti nasconderò, se sarò una tomba, se sarò fuoco, ti terrò scaldata, se sarò luce, ti potrò benedire, ma sono un uomo e ti amo, perché ti avevo fatto del male?
*Tappeto di cenci 68.
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