Quando si è colti all’improvviso da salute
lo sguardo non inciampa, no resta appiccicato,
ma lievemente si incanta sulle cose ferme
e sul fermento e le immagini sono risucchiate
e scivolano dentro
come nel gatto che socchiudendo gli occhi mi saluta.
I rumori si sciolgono: i gridi e le sirene
semplicemente sono. La tessitura sgranata
degli odori riporta ogni lontananza
e la memoria, inventando i suoni, fa cantare
alla voce una canzone che avanza
fra il traffico e le spinte.
E certo noi eravamo nati
per questa consonanza.
Ma vivendo in città c’è sempre
qua e là una qualche improvvisa puzza
di fritto che ti rimanda a casa.