I
I rami bianchi dell’ulivo coprono la riva
sull’acqua liscia non alleggia nessuna vela
Stai camminando da queste parti sento
che a volte sul’arpa eolia scorre il vento
A tal ora tra le rocce per qualche attimo
i cespi tirano un sospiro di sollievo
Son cinquemila anni che ti aspetto
II
Invano si culla il canto corale radioso per la strada
invano stanno balugginando le luci crepuscolari
se non sei con me a che pro il tramonto
il mormorio dell’acqua perché ricomincia di nuovo
perché mi fissano gli animali quieti
e le pietre soavi
III
Che mi attenda la tavola imbandita sotto il cielo blu
canti donne con le gambe belle grandi incantesimi
cercherei la frescura della tua bocca,
persino dentro una brocca d’acqua
l’ultimo lampo della gioventù e dell’ultimo gemito
tutti sciocchi che ti aspettano con parole grandi
se capito una sera di marzo
privami della vista
1962